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Faccio un salto all'Avana - Dario Baldi |
Fedele, giovane imprenditore romano, ha perso da sei anni il fratello
maggiore, è ostaggio di una moglie instabile che lo tratta come oggetto
di piacere e di riproduzione, e di un suocero facoltoso che vorrebbe
soltanto liberarsi dei coniugi delle figlie. Quasi per caso la famiglia
naïf di Fedele scoprirà che Vittorio, il fratello defunto, è vivo, in
salute e ballerino in quel di Cuba. Sconvolto ma in fondo sollevato
dalla lieta novella, Fedele partirà alla volta dell'Avana per chiedere
al fratellone spiegazione e risarcimento morale. Ma una volta raggiunta
l'isola niente andrà come previsto e un' 'alma' graziosa e due bicchieri
di rum basteranno a rinnegare patria e famiglia. Fedele ricomincerà da
zero e dall'altra parte dell'oceano dentro l'abbraccio di una
mujer cubana.
Ci risiamo.
Faccio un salto all'Avana è l'ennesima commedia
dell'italiano all'estero destinata a non lasciare alcuna traccia.
Prendete un italiano-tipo, meglio ancora un romano-tipo, questa volta
con molte virtù e pochi vizi (applauso alla novità), sradicatelo da Roma
e precipitatelo in un luogo esotico e state a vedere cosa succede.
L'interazione tra il connazionale e l'indigeno, ovvero l'interpretazione
esaltata dell'altro da noi, non mancherà di determinare l'effetto
comico. È davvero questa la rinnovata commedia all'italiana? Il cinema
di cui andare fieri? Applicare sistematicamente uno degli espedienti
narrativi più diffusi della commedia all'italiana degli anni Sessanta,
senza averne tuttavia il carattere morale, è il massimo che i nostri
autori riescano a concepire? Se il botteghino incoraggia le loro
strategie industriali, l'oggetto in sé non sembra avvalorarne
l'ottimismo. Abbozzata qualche vaga allusione sul carattere nazionale,
Dario Baldi ripiega come suoi più navigati colleghi nella formula
abusata degli “italiani brava gente”. Perché questo è l'esito a cui
conduce la vicenda esotica del Fidel de ‘noantri', che rinuncia a tutto e
ritrova pace, prole e amore su una spiaggia cubana. E intanto l'Italia e
la sua realtà sono sempre più lontane, geograficamente e idealmente
scollate dai personaggi e dal loro agire che non abita nessun luogo.