lunedì 2 aprile 2012

12 - Nikita Mikhalkov - 2007

12 - Nikita Mikhalkov
Un testo teatrale al servizio dell'occhio esperto del regista russo Nikita Mikhalkov. Remake de La parola ai giurati - film che nel 1957 segnò l'esordio alla regia di Sidney Lumet - 12 ne è un riuscitissimo adattamento, grazie anche a una prova corale degli attori senza alcuna defezione.
Ambientato totalmente all'interno di una palestra, dodici giurati si ritrovano a dover decidere all'unanimità della sorte - ormai segnata - di un giovane ceceno accusato di parricidio. Ma nel meccanismo qualcosa si inceppa, e la certezza della pena viene messa in dubbio da un giurato che, poco a poco, costringe ognuno a rivedere le proprie posizioni, rendendo la sentenza più difficile del previsto.
Un thriller psicologico che rappresenta il ritorno alla regia di un maestro del cinema mondiale (Oci Ciornie, Pianola meccanica) con una sceneggiatura attualizzata ed efficacissima sulla giustizia (umana e divina) e sul libero arbitrio.

Faccio un salto all'Avana - Dario Baldi - 2011

Faccio un salto all'Avana - Dario Baldi
Fedele, giovane imprenditore romano, ha perso da sei anni il fratello maggiore, è ostaggio di una moglie instabile che lo tratta come oggetto di piacere e di riproduzione, e di un suocero facoltoso che vorrebbe soltanto liberarsi dei coniugi delle figlie. Quasi per caso la famiglia naïf di Fedele scoprirà che Vittorio, il fratello defunto, è vivo, in salute e ballerino in quel di Cuba. Sconvolto ma in fondo sollevato dalla lieta novella, Fedele partirà alla volta dell'Avana per chiedere al fratellone spiegazione e risarcimento morale. Ma una volta raggiunta l'isola niente andrà come previsto e un' 'alma' graziosa e due bicchieri di rum basteranno a rinnegare patria e famiglia. Fedele ricomincerà da zero e dall'altra parte dell'oceano dentro l'abbraccio di una mujer cubana.
Ci risiamo. Faccio un salto all'Avana è l'ennesima commedia dell'italiano all'estero destinata a non lasciare alcuna traccia. Prendete un italiano-tipo, meglio ancora un romano-tipo, questa volta con molte virtù e pochi vizi (applauso alla novità), sradicatelo da Roma e precipitatelo in un luogo esotico e state a vedere cosa succede. L'interazione tra il connazionale e l'indigeno, ovvero l'interpretazione esaltata dell'altro da noi, non mancherà di determinare l'effetto comico. È davvero questa la rinnovata commedia all'italiana? Il cinema di cui andare fieri? Applicare sistematicamente uno degli espedienti narrativi più diffusi della commedia all'italiana degli anni Sessanta, senza averne tuttavia il carattere morale, è il massimo che i nostri autori riescano a concepire? Se il botteghino incoraggia le loro strategie industriali, l'oggetto in sé non sembra avvalorarne l'ottimismo. Abbozzata qualche vaga allusione sul carattere nazionale, Dario Baldi ripiega come suoi più navigati colleghi nella formula abusata degli “italiani brava gente”. Perché questo è l'esito a cui conduce la vicenda esotica del Fidel de ‘noantri', che rinuncia a tutto e ritrova pace, prole e amore su una spiaggia cubana. E intanto l'Italia e la sua realtà sono sempre più lontane, geograficamente e idealmente scollate dai personaggi e dal loro agire che non abita nessun luogo.

Carne tremula - Pedro Almodóvar - 1997

Carne tremula - Pedro Almodóvar
Cinque personaggi e una città, Madrid, che è il 6° personaggio. Nel 1990, vent'anni dopo essere avventurosamente nato su un autobus nella capitale deserta per il Natale, Victor (Rabal) s'innamora della ricca, viziata e tossica Elena (Neri) e ingiustamente finisce in prigione per aver ridotto a paraplegico con una revolverata il poliziotto David (Bardem), in realtà ferito dal suo collega Sancho (J. Sancho). Scarcerato dopo 4 anni, Victor diventa prima l'amante di Clara (Molina), moglie di Sancho, e poi di Elena, rinsavita e moglie di David. Sancho uccide Clara e si suicida. David emigra. A Natale Elena, incinta di Victor, ha le doglie. Opus n° 12 di P. Almodóvar, è un film maturo e complesso, ormai scevro di ogni vezzo acido e manierista, ma sempre attraversato da una corrente di humour nero alla Buñuel (esplicitamente citato con immagini di Estasi di un delitto).

domenica 1 aprile 2012

La cena per farli conoscere - Pupi Avati - 2006

La cena per farli conoscere - Pupi Avati
Sandro Lanza è un attore al crepuscolo, che ha lavorato con Corbucci sognando di recitare per Germi. Volitivo e inconcludente negli affetti, Sandro ha tre figlie da donne diverse, abbandonate per fare il cinema. In seguito a un intervento sbagliato di chirurgia estetica viene scaricato da una giovane starlette e dalla serie Tv di cui è protagonista. Disperato tenta il suicidio. Al suo capezzale accorrono le figlie: Ines, giornalista a Parigi, Clara, pediatra spagnola e Betty, moglie infelice a Roma. Nel tentativo balzano di liberarsi di lui, alla vigilia di Natale, organizzano una cena a casa di Betty. L'ospite d'onore è Alma Kero, una donna colta e affascinante, cultrice appassionata dell'attore. La cena per farli conoscere scioglierà la neve nel cuore che scende su Roma. Due sono gli oggetti della riflessione di Pupi Avati, uno soltanto il sentimento: la nostalgia struggente. L'Avati rievocatore di memorie cinematografiche è armoniosamente legato a quello assorto dei quadri corali, dei conflitti familiari sempre in attesa di una soluzione riparatoria.

L'albero - Julie Bertuccelli - 2011

L'albero - Julie Bertuccelli
Gli O'Neil vivono felicemente con i loro quattro figli nella campagna australiana. Un giorno un infarto coglie il padre mentre è alla guida del suo furgone ed ha con sé la piccola Simone (otto anni). L'automezzo si arresta contro il grande fico che si trova dinanzi alla loro abitazione. Da quel momento Simone, che non vuole accettare la scomparsa del padre, si convince che il suo spirito viva nell'albero e comunichi con lei. Si opporrà in ogni modo al suo abbattimento anche quando le radici inizieranno a minacciare la sicurezza della casa.